Finalmente sto per entrare in possesso di un paio di calzini nuovi, color grigio chiaro, quelli anonimi, sobri e democratici ma che metti su tutto. In realtà sono già miei da un po’ di tempo ma ancora non li ho svuotati riponendone il contenuto nell’apposito contenitore o in quei centrotavola tattici a forma di ciotola, da dove si pesca con troppa facilità. Per chi ha la fissazione di non dover osare con un’esplosione e un’accozzaglia di colori mal abbinati, mantenere una tinta unita e un colore neutro anche in fatto di calzini, è fondamentale. Ecco dunque il ruolo dei calzini grigi monocolore, tutti uniformemente colorati di grigio pallido. Quelli che se dovesse spuntartene un pezzo fuori dalla scarpa, non sei obbligata a tirar più giù il pantalone o più su la scarpa per nasconderli, perché stampati sul loro grigio tinta unita non ci sono gli elefantini arancioni che cozzano con la sobrietà dei colori invernali. Questi sono proprio tutti grigi e ormai sono rimaste rigonfie solo le parti con la sagoma del piede, le parti invece che vanno dalla caviglia allo stinco e al polpaccio sono state accuratamente svuotate dal 6 Gennaio ad oggi. Non era una calza che sembravano due, erano effettivamente proprio due calze appaiate e gemelle ripiene di dolciumi. Un tripudio di smielatezza e coloranti. Conto di indossarli per inizio Febbraio, anche perché la consistenza del tessuto non è tipicamente invernale. Non sono in filato di lana, di spugna o in caldo cotone ma il tessuto è piuttosto fino e quindi presumo siano semplicemente di cotone e a Febbraio la temperatura si alzerà di qualche grado, e allora potrò infilarmeli ai piedi senza per questo trascinarmi due blocchi di marmo staccati dal corpo e insensibili al tatto e a qualsiasi sollecitazione all’infuori dell’emissione di aria calda sparata a palla direttamente su di essi per rianimarli. Aspetto e intanto scarto l’ennesima caramella.