E così ci siamo date l’ultimo addio. Due donne di due specie diverse che condividevano la quotidianità. Senza di te non sarei arrivata da nessuna parte. Eppure ci siamo date l’ultimo addio, prima rimandato, sospeso, indeciso, ma infine inevitabile. E sebbene abbia imparato che bisogna dirne molti di addii nel corso di quest’esistenza, dolorosi certi, alcuni necessari, altri contro la propria volontà, sebbene mi sia spogliata non senza difficoltà degli oggetti che furono un tempo arredamento e che divennero ricordo, non sono mai pronta ed impassibile a separarmi definitivamente da chi o da cosa è entrato profondamente nella mia vita. Ma ho imparato a proiettarmi un po’ su ciò che verrà, come la storia dei cicli, dei tramonti e delle albe, degli inverni e delle primavere. Tu eri lì in disparte tra molte, mi hai guardata offesa, imbarazzata, irata, contrariata, poi appena sono entrata a svuotarti hai messo da parte qualsiasi rancore malgrado ti stessi togliendo i tuoi particolari, quelli che ti hanno resa mia. Sei stata l’ultimo tassello che mi ha legata stretta a mio padre, l’ultima cosa che ha toccato, che ha scelto, che ha regalato. Hai conservato fedelmente una parte di chi non c’era più, hai trasportato mia madre in qualsiasi condizione, hai sentito chiacchiere fino a tarda notte, innescato e protetto baci, sguardi, segreti, confessioni, voci basse e provate, emozioni, hai visto albe e tramonti, conosciuto diversi meccanici e carrozzieri, ti sei riempita degli impalpabili peli di Jena, hai avuto il privilegio di contenere e portare una parte nutrita della mia vita intera, tutti quelli a cui ho voluto e voglio più bene. Non so cosa ti succederà ora, se ti staccheranno pezzo dopo pezzo, se ti scomporranno, se ti schiacceranno, ma se ti tagliassero a pezzetti il vento li raccoglierebbe
il regno dei ragni cucirebbe la carrozzeria e la luna tesserebbe il motore e gli interni e il polline di Dio di Dio il sorriso. Perché è risaputo che anche le automobili ogni tanto sorridono e sorrido anch’io quando osservo l’ultima manovra, quella complicata per la quale da fuori ti danno indicazioni, sorrido perché ci saranno altre macchine e altre indicazioni, nuovi percorsi e traiettorie e sempre tanti chilometri da macinare.
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