Era una mattina di Ottobre che di solare aveva solo l’ora, una mattina lenta e tempestosa. Il nubifragio si scagliava su Roma e confinate dentro un perimetro circoscritto, al riparo dalla bufera, la fantasia e l’accidia si palleggiavano la giornata senza litigarsela. Passavano dal divano, alla lettura, alla TV, allo sguardo oltre i vetri bagnati per controllare l’intensità dei rovesci, ai dolci da preparare, agli armadi da sistemare. “La lentezza non va combattuta”, si ripetevano, “la lentezza viene in pace, la lentezza va apprezzata e va abbracciata”. Erano ancora le 12.00 e Francesca aveva eccezionalmente la rara percezione che la sua voglia che il tempo non passasse veloce coincidesse con l’effettivo scorrere lento del tempo stesso. Generalmente invece le apparivano sempre inversamente proporzionali. Avrebbe piovuto per tutta la Domenica e chissà se la commistione e la collaborazione di fantasia ed accidia avrebbero lasciato l’impronta desiderata. Ma è proprio dall’assenza di aspettative che a volte prendono forma gli inaspettati risvolti. Abbiamo trasmesso “take it slow: spinta motivazionale per affrontare l’ora solare ed apprezzare l’inverno”. Eppur questo sole mi acceca…
Dura eh! Però hai ragione, bisogna almeno fare un tentativo…!
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