La nostra mente si modella in base ai nostri pensieri. I nostri pensieri sono plasmabili e si modificano in base alla qualità di ciò che ci ripetiamo dentro. Abbiamo un’arma potente che ci guida, perché anche incredibilmente ed inaspettatamente possiamo arrivare a credere davvero in ciò che pensiamo. Io ad un pensiero contorto al giorno, ad un pensiero che scenda negli abissi e cerchi luce, ad un pensiero che riguardi l’animo ed i sentimenti, non riesco proprio a rinunciare. Che vita sarebbe senza le mie sensazioni discordanti, i miei sentimenti contrastanti, i miei conflitti, i miei viaggi in mondi fantastici, le mie visioni? Una vita in superficie, di sole azioni meccaniche. Forse migliore. Meno problematica, più leggera, che leggerezza non è superficialità ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore. Che con questo sole potrebbe pure essere l’ideale se le azioni riguardassero il contatto con la natura, con le meraviglie della città, con il cielo e con il mare. Un giorno all’aria aperta aiuta il pensiero a dilatarsi e lo riempie di respiri, di speranze, di nuove possibilità. Ma io le mie abitudini le voglio amare, le voglio osservare da ogni lato, non voglio renderle automatismi ma qualcosa in cui trovare sempre un senso. Non perché in ogni azione debba necessariamente essere ricercato un senso profondo, ma perché in ogni gesto vada ricercata l’intensità e forse, ancor di più, il piacere oltre il dovere. Ogni tanto possiamo essere semplicemente dei robot programmati a vivere il momento per il momento, senza contorsioni e significati, ma in fondo io non sarò mai in grado di vedere da un’unica prospettiva. Se non attivassi la modalità tridimensionale non sarei io. Ogni luogo in cui sono stata e sono ha qualcosa di mio, di vivo e di vissuto. Anche quello apparentemente più freddo ed inanimato. Un angolo, un ambiente, un posto dove siamo stati da soli o con gli altri ha un po’ di noi e questo lo rende un luogo vivo, cornice di ciò che siamo. Ciao, vado a lavare i pavimenti. Dei luoghi del cuore.