Nel totale rispetto del dress code in linea con il protocollo del Vaticano, a me tutto questo macramè nero mi rimanda dritta e diretta a una iattura, ad un presagio funesto. E credo che neanche Francesco ami certe formalità, lo si capisce bene dall’espressione. Se fosse un film lo intitolerei “le mantidi religiose”. Ma esattamente qual è lo scopo di questo incontro? Qualcuno più ferrato in materia me lo spieghi. Lo stesso di tutti gli altri incontri? Il sostegno e l’incremento della democrazia? Il mantenimento della collaborazione e delle relazioni diplomatiche? La promozione del dialogo interreligioso e del negoziato politico? Oppure semplicemente un incontro convenzionale di prassi e un modo per farci fare del gossip da voyeur? Da qui è chiaro il mio approccio alla politica e il mio interesse verso ciò che ne concerne.
Per accorpare armonicamente tutto il quadretto in territorio romano, mi viene in mente una poesia di Trilussa:
Ner modo de pensà c’è un gran divario:mi’ padre è democratico cristiano,e, siccome è impiegato ar Vaticano, tutte le sere recita er rosario;
de tre fratelli, Giggi ch’er più anziano è socialista rivoluzzionario; io invece so’ monarchico, ar contrario de Ludovico ch’è repubbricano.
Prima de cena liticamo spesso pe’ via de ‘sti principî benedetti: chi vò qua, chi vò là… Pare un congresso!
Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma ce dice che so’ cotti li spaghetti semo tutti d’accordo ner programma.