Ora non voglio parlare del Blue Monday entrante ma voglio addormentarmi ripensando al bello del Venerdì che si spalanca sul Sabato e del Sabato che si spalanca sulla Domenica, quando nel cuore della notte puoi ciacolare, straparlare, strapensare, leggere, vedere un film e spiluccare, e tutto dalla postazione migliore possibile: sul letto avvolta nel tepore del piumone. Il bello è sentirsi autorizzati e giustificati, non dare eccessivo peso all’orario, arrivare sul punto di addormentarsi naturalmente senza avere l’ansia che sia troppo tardi, pensare ad un desiderio che vorresti si avverasse, trovarsene un po’ addosso sotto forma di pigiama, capire che gli oggetti non sono inanimati come sembrano, perché siamo noi a dar loro un’anima, specie se appartengono a qualcuno, se ci sono stati regalati da qualcuno, se ci ricordano qualcosa, se profumano di buono.
“Ogni oggetto in noi suol trasformarsi secondo le immagini ch’esso evoca e aggruppa, per così dire, attorno a sé. Certo un oggetto può piacere anche per se stesso, per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ci procura non si trova nell’oggetto per sé medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d’immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano. Nell’oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l’accordo, l’armonia che stabiliamo tra esso e noi, l’anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi.”
Buonanotte