Mercato Centrale

Al Mercato Centrale di Roma Termini scarabocchio is the new concept. Ogni segnaccio – non così diverso da quelli che disegno su carta mentre sono al telefono – corrisponde ad un alimento, ingrediente o pietanza. Non ha la pretesa di voler sembrare artistico, carico di chissà quale simbologia o comunicativo di messaggi originali, ma si allinea allo slogan che domina e risalta a caratteri cubitali sulla copertura delle 19 botteghe che circondano la cappa mazzoniana: la bontà è elementare. Semplice e genuina come tutti i prodotti utilizzati. Il tentativo è apprezzabilissimo. L’ambiente è quello di un mercato modernizzato che vuole però riproporre le vecchie care tradizioni e le eccellenze del cibo Made in Italy. Un gioiello che rilancia il quartiere e lo avvia pure verso la rivalutazione e la riscoperta. Non so se questo Mercato contribuirà a migliorare la qualità della gente che circola all’Esquilino, se si arriverà ad una convivenza ricca di contrasti, se il clochard continuerà a dormire su un cartone lì fuori o se dovrà spostarsi più in là, se gli verrà offerto un pezzo di pane o un pasto o se la contrapposizione tra dentro il Mercato e fuori diventerà un segno particolare, quello che posso dire a mia sensazione è che il posto è molto bello ed accogliente e forse uno dei migliori progetti attuali per lo sforzo ben riuscito di fondere in sé la conservazione di elementi del passato a noi cari come abitudini, aree e tradizioni culinarie, insieme alla loro traduzione in forma evoluta ed riadattata ai tempi odierni.