La notte è un’arma a doppio a taglio, una medaglia con il dritto e il rovescio, cielo stellato trasognante o tenebre, canto delle sirene o requiem, angelo adulatore che culla e protegge o mostro sgraziato che tormenta. Può essere l’unico momento durante cui quiete e silenzio che fanno da cornice favoriscono e accentuano relax, riflessioni, ascolto, lettura, visioni, e per questo vorresti che il tempo notturno si dilatasse. Se invece ti svegli nel cuore della notte madida di sudore come dopo un incubo, realizzi di essere caduta tramortita sotto l’effetto della Tachipirina, punti gli occhi all’orologio che segna le 4, senti distintamente il ticchettio di tutte le lancette che scandiscono i secondi e ogni cosa è immobile a parte le sagome dentro la TV rimasta accesa a volume irrisorio, a quel punto può provocare l’effetto contrario diventando ansiogena e tu annasperai sotto macerie di pensieri intersecati e ossessivi che non riuscirai né a scansare con un colpo secco di braccio come nei raptus d’ira cinematografici quando gli attori spazzano via ogni oggetto dal tavolo, né a calciare lontano come in uno dei migliori rinvii calcistici. Non c’è via d’uscita: se cercherai di non ascoltarli si intrufoleranno dappertutto, se cercherai di fare altro si vestiranno in modo eccentrico, assurdo, distorto pur di farsi notare. Non puoi gettarli con foga nella spazzatura, non puoi tapparli in qualche cassetto né spegnerli con il telecomando. Devi accoglierli e magari scrivere di loro in forma indiretta. Tenerli senza trattenerli e aspettare il risveglio mattutino che li sgonfierà come un palloncino sotto il sole. Intanto gli occhi sono sbarrati e fissano il vuoto senza capire dove si sono fermati, accesi e immersi nei pensieri anch’essi. Domattina mentre farai colazione ancora stordita, addormentata, con addosso la sensazione di essere sospesa tra sogno e realtà, saranno occhi ciancicati ma ottime corazze d’acciaio che ti permetteranno di collegarti razionalmente alla realtà è all’interazione. Raggiungerai la cucina sfebbrata senza fletterti sulle ginocchia, sorseggerai con l’amaro in bocca un tè che ti sembrerà dolcissimo e sgranocchierai due crackers con un velo di marmellata. Adesso alzati un istante, bevi, rimettiti a letto, leggi qualcosa che ami, copriti con un’altra coperta, poggia i piedi sul tuo rassicurante cuscino di pelo e bonf, fai crollare di nuovo la testa sul cuscino.